All'inizio dell'incontro di trattativa del 3 dicembre, prima ancora che l'Amministrazione illustrasse la propria proposta Andrea Innocenti, a nome dello SNALS (?) presenta una mozione d'ordine, in cui dichiara la decisione di non firmare l'accordo. Motivo: aveva capito, per quanto nessuno l'avesse mai affermato, né avrebbe potuto affermarlo, che l'avanzamento ci sarebbe stato per tutti nel termine di 3 o 4 anni, dimostrando così di non conoscere affatto le modalità di formazione del fondo dedicato alla PEO.
Lo SNALS invece apprende (!!) che il completamento della PEO non è garantito e che, così rideterminata, avrebbe premiato solo un centinaio di colleghi, abbandonando gli altri al loro destino.
Con l’accordo siglato lo scorso anno i lavoratori che conseguiranno la PEO saranno molti più di un centinaio, il numero non dipende dal nostro accordo ma dal CCNL (fonte di discriminazioni) che tanto piace allo SNALS e nessuno abbandonerà gli altri, quando finalmente sarà rimosso il blocco alla contrattazione imposta dai governi.
Qual è l’alternativa che propone lo SNALS? Risposta: non ho alternative!!! Quindi meglio non farne di niente e non “finalizzare” le risorse, anche se poche, e lasciare che, in mancanza di accordo, siano utilizzate a discrezione dell’Amministrazione?
La parte pubblica, che pure era venuta al tavolo con una proposta che raccoglieva le due istanze sindacali sopra riportate, si è a questo punto trincerata dietro la pretesa dell’unità sindacale rifiutandosi a sua volta di sottoscrivere l'accordo, con un atto di grave misconoscimento del forte peso rappresentativo della RSU e di tutte le altre Organizzazioni Sindacali favorevoli.
Senza questo accordo il risultato è che la PEO non sarà più un'opportunità per tutti, come invece dovrebbe essere garantito all'interno della stessa categoria, in cui i lavoratori - indipendentemente dal livello economico - sono chiamati a svolgere le stesse attività.
Lo SNALS sta esercitando un “diritto di veto” concessogli dall’Amministrazione.
Il danno che lo SNALS rischia di fare ai lavoratori con questo atteggiamento è gravissimo.
Nei prossimi giorni saremo impegnati a riaprire un confronto per superare l’unanimismo invocato dal Direttore Generale allo scopo di continuare a tutelare i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, in attesa che questo paese alla deriva ritrovi la giusta strada: quella della reale attuazione della Costituzione.